VIAREGGIO - Il point break, il punto di rottura, «è una cresta levigata su cui corre il confine che segna l' essenza di questo sport e il tuo compimento esistenziale». L' onda perfetta, il ruggito alto quattro piani «mettetevi il cuore in pace - lo dice uno che ha girato le baie del pianeta- non esiste. Ne trovi una e il giorno dopo ne cerchi una migliore».
E comunque, dice Andy Irons ai ragazzini che lo assediano per un autografo al bagno Aloha a Viareggio - dove è arrivato giovedì con il tour Billabong - «I' m enjoing, io me la godo, questo è il surf», assicura il tre volte campione del mondo. Il mare della Versilia, capitale del surf «made in Italy», ieri era una lastra senza increspature. Niente esibizione, allora, solo consigli ai fan e scatti insieme al mostro sacro delle onde.
Poi nugoli di bikini che gli ronzano attorno: «Le italiane sono uno schianto, ma ho la mia Lidy», dice mostrando la fede al dito. Per lui, trentenne hawaiano cresciuto scivolando sulle onde di Kauai, il surf è una valigia di famiglia, di quelle «con cui esci di casa per un viaggio e poi non molli più». Figlio del Pacifico con un padre e un fratello surfisti, in venti anni di carriera c' ha messo dentro di tutto: i titoli da superman della disciplina, una sfida infinita con Kelly Slater, altra leggenda del surf, e scenari mozzafiato.
«Il più bello a Oahu, Hawahi, avevo 12 anni. Rimasi imbambolato fino al tramonto a guardare i grandi rubare centimetri ai tubi che si infrangevano a riva». Sono le 15, è appena tornato in Versilia dopo una visita a Firenze. Sceso ieri mattina a Piazzale Michelangelo è rimasto «senza parole». «Palazzi costruiti nel 1100, come è possibile?».
Industria mediatica che frulla miliardi e atleti che si cimentano con evoluzioni sempre più proibitive, il surf per Irons è possibile anche dove il mare non è una furia della natura: «Si può surfare alla grande anche in Italia, ci sono ottime condizioni 120 giorni all' anno. Il prossimo ci torno, mi hanno fatto vedere una foto con un' onda da sballo scattata da queste parti. Non può scapparmi».
Pubblicato da Mario Neri su Repubblica Firenze (08/08/2009)
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