Dopo anni di vuoto, il Palio è stato rispolverato tre anni fa proprio dal suo inventore, Giorgio Giannelli, storico ed ex giornalista del Forte che insieme a Urbano Polacci ne avrebbe voluto fare una regata di portata regionale, «quasi come la sfida che si corre fra le ex repubbliche marinare. E chi lo sa, forse ci sarebbe anche riuscito, ma Silvio Bianchi del Pennone era troppo forte, i bagnini si stufarono di vederlo vincere e così il Palio, dagli anni ' 60, si è sempre fatto a singhiozzi. E comunque lui introdusse i patini truccati. Perché all'inizio erano fatti di pino, grandi e pesanti. Il Bianchi se ne fece fare uno dall'Aliboni, un artigiano della zona».
«Glielo costruì più leggero, snello e pure con i remi che si flettevano per ricevere più spinta dall' acqua. Poi gli altri fecero lo stesso ma lui continuò a dominare. Era una forza della natura», racconta Polacci che però riuscì a beffarlo a un passo dall'ultimo pilone del molo marmifero ancora sventrato dai bombardamenti: «Lui e Niccolino del Paradiso a Mare ingaggiarono un lotta furibonda. A suon di punzecchiate si trascinarono fuori dalle due boe che delimitavano l'arrivo. Dovettero rigirarsi e intanto io era già passato».
Da quest' anno di gente che naviga con legni taroccati non ce ne sarà più. Il nuovo regolamento preparato dall'unione dei bagni del Forte stabilisce peso (non inferiore ai 90 chili), lunghezza e larghezza massima dei patini. «Mi sembra giusto. Ai miei tempi si vedevano anche quelli che ci avevano fatto istallare il sedile scorrevole. Fosse per me, la regata la farei con i patini di salvataggio: il mito dei bagnini nasce qui sopra».
Pubblicato da Mario Neri su Repubblica Firenze (09/08/2009)
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