lunedì 10 agosto 2009

La faida dei bagnini accende il Palio dei Bagni

FORTE DEI MARMI - Ormai dai due lati del pontile era diventato come fra guelfi e ghibellini. La faida fra i bagnini negli ultimi due mesi ha rischiato di mandare all'aria la regata dei patini che a Forte dei Marmi si dovrebbe correre il 26 agosto. «Mi sembra di rivedere le rivalità e le ruggini di una volta, ogni pennone un campanile, siamo sempre uguali». Guglielmo Polacci, 75 anni, seduto sul patino di salvataggio vicino alla battigia del Marconi stringe un remo mentre racconta di essere uno di quelli che il Palio dei Bagni l'hanno visto nascere. Corse il primo nel 1951 e riuscì a vincere nel 1954. «Il putiferio quest' anno è scoppiato per la scelta del campo di gara. La fronda di ponente aveva accusato gli equipaggi a levante di aver monopolizzato il tracciato. Ma sembra che stiano per raggiungere un accordo», racconta Polacci. Per quest'anno il Palio si dovrebbe correre con partenza dal bagno Piero e arrivo al pontile, in onore ai vincitori della scorsa edizione, i bagnini del Paradiso a Mare. Ma dal prossimo il regolamento stabilirà l'alternanza.

Dopo anni di vuoto, il Palio è stato rispolverato tre anni fa proprio dal suo inventore, Giorgio Giannelli, storico ed ex giornalista del Forte che insieme a Urbano Polacci ne avrebbe voluto fare una regata di portata regionale, «quasi come la sfida che si corre fra le ex repubbliche marinare. E chi lo sa, forse ci sarebbe anche riuscito, ma Silvio Bianchi del Pennone era troppo forte, i bagnini si stufarono di vederlo vincere e così il Palio, dagli anni ' 60, si è sempre fatto a singhiozzi. E comunque lui introdusse i patini truccati. Perché all'inizio erano fatti di pino, grandi e pesanti. Il Bianchi se ne fece fare uno dall'Aliboni, un artigiano della zona».

«Glielo costruì più leggero, snello e pure con i remi che si flettevano per ricevere più spinta dall' acqua. Poi gli altri fecero lo stesso ma lui continuò a dominare. Era una forza della natura», racconta Polacci che però riuscì a beffarlo a un passo dall'ultimo pilone del molo marmifero ancora sventrato dai bombardamenti: «Lui e Niccolino del Paradiso a Mare ingaggiarono un lotta furibonda. A suon di punzecchiate si trascinarono fuori dalle due boe che delimitavano l'arrivo. Dovettero rigirarsi e intanto io era già passato».

Da quest' anno di gente che naviga con legni taroccati non ce ne sarà più. Il nuovo regolamento preparato dall'unione dei bagni del Forte stabilisce peso (non inferiore ai 90 chili), lunghezza e larghezza massima dei patini. «Mi sembra giusto. Ai miei tempi si vedevano anche quelli che ci avevano fatto istallare il sedile scorrevole. Fosse per me, la regata la farei con i patini di salvataggio: il mito dei bagnini nasce qui sopra».


Pubblicato da Mario Neri su Repubblica Firenze (09/08/2009)

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