lunedì 14 settembre 2009

Sopravvissuto a Viareggio: "Salvo ancora vite umane"

Microstoria dal volontariato

«DOPO quella notte ho pensato di mollare. Uscito dall'ospedale, davanti alla sede mi misi anche a piangere: mi vorticavano ancora in testa i fantasmi di quell'inferno». Luigi Cordoni, 45 anni, volontario alla Croce Verde di Viareggio, non ha ceduto alle ustioni e all'onda di fuoco che il 29 giugno l'ha travolto nel garage mentre tentava di salire su un'ambulanza per uscire e darsi da fare. Si è rimesso in sella, salva ancora vite nelle notti versiliesi.
Come ci si può riuscire?
«Pensi che l' hai fatto per anni, che ne hai viste di cose brutte, ma che hai iniziato perché volevi aiutare la gente ed è un tuo dovere continuare. Ecco come».
Quando ha iniziato e perché? «Ventisei anni fa, avevo 14 anni. Abitavo vicino all' ospedale, sentivo le sirene e sapevo che a bordo c' era qualcuno che sacrificava un po' di tempo per gli altri. Erano anni d' eroina e sbandati, io volevo aiutare i miei coetanei e non fare la loro fine»
Quanto tempo dedica al volontariato?
«Dodici ore ogni sei giorni, dalle 8 di sera alle 8 di mattina. Non potrei farlo se non mi appoggiassero mia moglie e mio figlio. Ma vi assicuro, il tempo si trova, basta solo volerlo».

Pubblicato da Mario Neri su Repubblica Firenze (09/09/2009)

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